Dal 17/06/2019 è disponibile un nuovo sito dell'INVALSI che offre tutte le informazioni relative alle prove Invalsi:
Manuale del somministratore Scuola Primaria
https://invalsi-areaprove.cineca.it/docs/2019/002_Manuale_somministratore_INVALSI_2019.pdf
Protocollo di somministrazione Scuola Primaria
https://invalsi-areaprove.cineca.it/docs/2019/005_Protocollo_somministrazione_gr_2_5_ITALIA.pdf
Informativa Privacy 2019 (disponibile anche in allegato)
Il Manuale del Somministratore prove Invalsi Scuola Secondaria è disponibile al seguente link:
https://invalsi-areaprove.cineca.it/docs/2019/011_Manuale_somministratore_grado_8_ITALIA.pdf
Il Protocollo di somministrazione prove Invalsi Scuola Secondaria è disponibile al seguente link:
https://invalsi-areaprove.cineca.it/docs/2019/105_Protocollo_somministrazione_GR08_ITALIA.pdf
Informativa D.Lgs.196/2003:
https://invalsi-areaprove.cineca.it/docs/privacy/INFORMATIVA_2018.pdf
Le prove INVALSI sono state oggetto di dibattiti in cui sono stati espressi pareri diversi e contrastanti. Questa pagina intende proporre una lettura oggettiva, professionale e consapevole di questo obbligo di legge e fornire a tutti gli interessati una comprensione più attenta dei tratti qualificanti e del valore di tali prove.
Ecco come l'Istituto INVALSI spiega il senso e le finalità delle rilevazioni:
https://invalsi-areaprove.cineca.it/docs/2018/LE_PROVE_INVALSI_SECONDO_INVALSI_in_breve.pdf
Per una visione più ampia delle forme e dell'utilizzo di tali prove nel contesto internazionale, l'allegato rapporto Eurydice prende in esame il contesto e l’organizzazione delle prove nazionali di trenta paesi e pone l’accento su importanti aspetti che le caratterizzano, finalizzati soprattutto ad aiutare gli alunni a migliorarsi:
http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/thematic_reports/109IT.pdf
I risultati nazionali delle prove effettuate negli anni precedenti sono disponibili nelle seguenti pubblicazioni:
https://invalsi-areaprove.cineca.it/docs/file/Sintesi_Rapporto_SNV_PN_2015_v_05.pdf
http://www.istruzione.it/allegati/2014/Sintesi_Rilevazioni_Nazionali_2014.pdf
http://www.invalsi.it/snvpn2013/rapporti/Sintesi_Rapporto_SNV_PN_2013_08.pdf
Le prove Invalsi sono basate sulle Indicazioni Nazionali per il Curricolo, che possono essere consultate al link:
e sui Quadri di Riferimento, consultabili ai seguenti link:
https://invalsi-areaprove.cineca.it/docs/file/QdR_Italiano_Obbligo_Istruzione.pdf
https://invalsi-areaprove.cineca.it/docs/file/QdR_2017_def.pdf
https://invalsi-areaprove.cineca.it/docs/file/QdR_Questionari.pdf
FAQ
Le Prove Invalsi: che cosa sono?
Sono lo strumento utilizzato per rilevare periodicamente il livello di apprendimento degli studenti italiani. Sono prove pensate per le fasce d’età interessate e basate su procedure articolate e rigorose, definite a partire dalle Indicazioni Nazionali per il Curricolo.
Attualmente si prevede la somministrazione di prove oggettive di italiano e matematica, scelti per la loro valenza trasversale.
Si tratta di prove strutturate oggettive valide - che hanno cioè corrispondenza tra gli obiettivi che si possono misurare e i quesiti posti - e attendibili, che presentano cioè gli stessi risultati chiunque sia il soggetto rilevatore.
Non sono dei quiz mnemonici, ma delle prove di competenze, che sollecitano l’elaborazione personale di quanto appreso a scuola al fine di comprendere un testo (narrativo ed espositivo) o risolvere un problema logico-matematico.
- Perché vengono fatte?
Lo scopo è quello di tracciare un quadro di riferimento statistico sul livello di apprendimento in Italia.
- Le prove Invalsi sono obbligatorie?
Si.
Tutti gli istituti scolastici d'Italia, per le classi interessate, devono effettuare le prove poiché sono obbligatorie per legge (art. 51 comma 2 del Decreto-Legge 9 Febbraio 2012, n. 5, convertito nella Legge 4 Aprile 2012, n. 35).
- A chi servono?
Servono a:
- ogni famiglia di ciascun alunno – perché è un loro diritto conoscere il livello di competenze raggiunto dai loro figli, e misurato in maniera oggettiva
- ogni scuola – per poter disporre di elementi oggettivi che sostengano l’analisi della situazione al fine di mettere a punto eventuali strategie di miglioramento
- Ministero dell’Istruzione e Regioni - per operare investimenti perequativi in termini di risorse umane e materiali dove necessario, sulla scorta di dati oggettivi.
In particolare, la lettura dei risultati per le singole scuole ha come obiettivo quello di favorire una attenta e proficua riflessione sulla propria programmazione didattica e curricolare e stimolare processi di autovalutazione e di miglioramento.
Permettono, inoltre, di confrontare, sempre in forma anonima, ciascuna classe e ciascuna scuola con:
- l’intero Paese ;
- le macroaree geografiche;
- le singole regioni/province;
- le scuole della stessa tipologia.
Le prove servono a confrontarsi col sistema nel suo complesso; «non sono finalizzate alla valutazione individuale degli alunni, ma al monitoraggio dei livelli di apprendimento conseguiti dal sistema scolastico» (Nota congiunta MIUR-Invalsi n. 5963/2014 a valore permanente).
- E’ necessaria una preparazione specifica per affrontare le prove INVALSI?
Per affrontare le prove non è richiesta alcuna specifica forma di preparazione in quanto il loro contenuto riguarda la normale programmazione scolastica, che è sempre, evidentemente, finalizzata a sviluppare negli alunni la capacità di leggere e comprendere un proveo e di risolvere problemi.
I curiosi possono, comunque, vedere come sono fatte scaricandole dal sito dell’INVALSI.
- Le prove Invalsi propongono argomenti o quesiti estranei o diversi rispetto a quanto studiato a scuola?
No, le prove riguardano le abilità di lettura e comprensione di un testo scritto in Italiano (rapportato all’età degli alunni) e la risoluzione di problemi logico-matematici (rapportati all’età degli alunni).
Gli argomenti e i quesiti proposti rientrano in quanto previsto dal curricolo per la classe/fascia d’età interessata.
- In vista delle Invalsi è bene fare esercizio in classe o a casa?
Come spiegato più sopra, le prove Invalsi riguardano le abilità di lettura e comprensione di un testo scritto in Italiano e le abilità di risoluzione di problemi logico-matematici, abilità che devono essere sviluppate nel normale lavoro scolastico.
Tuttavia, frequente è la pratica di somministrare alcune simulazioni delle prove, soprattutto nel caso dell'esame di terza.
Per esempio, l’opzione della scelta multipla, che è diffusissima sia a livello universitario che nella formazione legata al mondo del lavoro organizzato, è talvolta poco usata da alcuni docenti.
Da questo punto di vista, mostrare in anticipo, in modo concreto, attraverso alcune simulazioni, come sono organizzate le prove, può essere utile al fine di evitare che lo studente si trovi di fronte a una impaginazione nuova.
In ogni caso, è bene ricordare che le domande non riguardano le singole nozioni apprese dall'allievo, bensì alcuni aspetti delle competenze/abilità acquisite nel corso del percorso formativo. Inoltre, non si guarda tanto alla conoscenza teorica di alcuni concetti quanto alla capacità di utilizzarli nell'esempio concreto.
Quindi, ha senso fare alcune simulazioni per vedere come sono strutturate le prove, per spiegare serenamente di cosa si tratta e rassicurare gli studenti.
- Come sono strutturate le prove Invalsi?
Tutte le prove includono domande di difficoltà variabile: non è certo una scelta casuale ma si basa su un preciso modello scientifico statistico di riferimento.
Le prove sono basate su una scala di abilità/competenze molto estesa, dai gradini più bassi a quelli più alti. Per questo, in una stessa prova, ci sono sia domande facili che altre più difficili per permettere a tutte le individualità degli allievi di essere considerate.
In questo modo esse permettono di rilevare i livelli di apprendimento in modo aggregato (non dei singoli), secondo l'età, le scuole e gli ordini scolastici.
- Quali sono le classi coinvolte nelle prove Invalsi?
Le prove Invalsi vengono somministrate nelle classi II e V della scuola primaria, nella classe III della secondaria di primo grado (scuola media), e nella classe II della scuola secondaria di secondo grado (superiori).
- Come si svolgono le prove?
II Primaria:
1. Prova preliminare di lettura. La prova ha una durata di 2 minuti e serve esclusivamente per testare la capacità di lettura “strumentale” (decodifica) raggiunta da ciascun alunno.
2. Prova di Italiano, costituita da una prova di comprensione di un testo narrativo, integrata da un esercizio sulla ricostruzione di frasi. (45 minuti)
3. Prova di Matematica, formata da un insieme di domande aperte e a scelta multipla relative alle seguenti aree: a) numero, b) spazio e figure, c) dati e previsioni.
V Primaria:
1. Prova di Italiano, costituita da tre sezioni (comprensione di un testo narrativo, comprensione di un testo informativo, grammatica), con domande a scelta multipla e a risposta aperta univoca o articolata (75 minuti)
2. Prova di Matematica, formata da un insieme di domande a scelta multipla e a risposta aperta univoca o articolata relative alle seguenti aree: a) numero, b) spazio e figure, c) relazioni e funzioni, d) dati e previsioni.
3. Questionario studente, che permetterà di raccogliere informazioni sulle caratteristiche degli alunni, sul contesto, sulle attività che svolgono dentro e fuori la scuola. (30 minuti).
- E’ vero che non si può andare in bagno durante le prove Invalsi?
Tra l’una e l’altra delle prove è prevista una pausa di 15 minuti. Se l’alunno chiede di uscire durante lo svolgimento della prova l’autorizzazione può essere data in casi particolari. Se l’alunno rientra nel locale in cui si svolge la prova può continuare a rispondere alle domande delle prove o del questionario per il tempo rimanente; se non rientra va annotato sulla copertina del fascicolo il motivo per cui lo studente ha interrotto la compilazione.
- Le prove Invalsi sono anonime?
Le prove Invalsi sono anonime e la privacy dei singoli alunni è tutelata dalle stesse procedure organizzative.
La gestione delle prove Invalsi segue un preciso protocollo (cioè una procedura standard), uguale per tutte le scuole italiane.
Ogni alunno è identificato da un codice alfanumerico: solo i docenti coinvolti conoscono a quale nominativo corrisponde. I docenti coinvolti sono obbligati da norme di legge a mantenere e rispettare la riservatezza delle informazioni trattate.
Le risposte degli studenti sono riportate su una speciale maschera elettronica dove non è riportato il loro nome né il nome dei genitori né il nome dei docenti.
- Come vengono restituiti i risultati?
I risultati delle prove sono restituiti alle singole scuole in forma privata e anonima. Ciascuna scuola potrà analizzare dunque i risultati riflettere sulla propria organizzazione didattico-metodologica al fine di promuoverne il miglioramento. Solo il Dirigente Scolastico e il Referente per la valutazione possono accedere alla visualizzazione completa dei dati. Una password personalizzata consente, invece, al personale della scuola l'accesso a una parte dei dati. I docenti degli alunni che hanno partecipato alle rilevazioni, per esempio, vedono i dati della propria classe e quelli complessivi della scuola.
Ciascuna scuola ha la possibilità di analizzare i risultati al suo interno, confrontandoli anche con quelli di altre scuole.
Non corrisponde a verità l’idea che le prove servano a valutare l'operato della scuola o dei suoi operatori. Le analisi sono piuttosto uno strumento prezioso per mettere in cantiere azioni mirate a favorire il miglioramento.
- Cosa si intende per classi “campione”?
Affinché le scuole possano confrontare i loro dati con l’esterno, l’INVALSI individua, per ciascun livello scolare, alcune classi campione, rappresentative di tutte le realtà scolastiche italiane, i cui risultati fanno da standard di riferimento.
Anche per la rilevazione 2017, l'istituto provvederà a individuare un campione rappresentativo di scuole su base regionale dove saranno inviati osservatori esterni, a cui spetterà anche il compito di riportare i risultati dei prove su un apposito supporto elettronico.
Per le classi non campione, invece, la registrazione delle risposte su uno speciale supporto elettronico è effettuata dalle scuole stesse che poi trasmettono i dati inseriti all’Invalsi.
- Come vengono considerati gli alunni BES?
In base alla tipologia del Bisogno Educativo Speciale di un alunno, così come individuato dalla normativa vigente (legge n. 104/1992, Legge n. 170/2010, direttiva del 27 dicembre 2012 emanata con la nota MIUR n. 65/2013, circolare MIUR n. 8/2013, nota MIUR 22 novembre 2013) sono indicate le modalità operative in merito allo svolgimento della prova INVALSI, all’inclusione dei risultati nei dati di classe e di scuola, agli strumenti o ad altre misure compensative o dispensative.
Tali studenti, indipendentemente dalla tipologia di appartenenza (codici 1, 2, 3, 4 e 5), sono dispensati dalla compilazione del Questionario studente.
Allievi con disabilità intellettiva (codice 1)
La decisione di far partecipare o meno (e se sì con quali modalità) gli alunni con certificazione di disabilità intellettiva (o di altra disabilità grave), seguiti da un insegnante di sostegno, alle prove INVALSI è rimessa al giudizio della singola scuola.
- Chi prepara le prove Invalsi?
Le domande delle prove, i cui contenuti rispettano un preciso quadro di riferimento (Le Indicazioni Nazionali del Ministero) sia per l’italiano sia per la matematica, sono predisposte da insegnanti dei diversi livelli scolastici. Queste domande sono prima testate su un campione ristretto di studenti per verificarne l’affidabilità e la validità e, successivamente, solo quelle valide vengono scelte collegialmente da un team di esperti.
- Il Questionario dello studente: di cosa si tratta e qual è il suo scopo
Accanto alle prove di italiano e matematica, per la V primaria e la II delle superiori è previsto anche il Questionario studente. La sua compilazione serve a raccogliere, sempre in forma anonima, informazioni sul contesto e percorso dell'alunno.
Questi dati sono molto utili al fine di analizzare il rapporto tra livello di apprendimento, collocazione geografica e fattori socio-economici.
I questionari rappresentano una ulteriore chiave di lettura per confrontare i risultati di scuole diverse e pensare a quale genere di supporti introdurre nei contesti più difficili.
In quanto alla privacy, le domande del questionario non riguardano dati sensibili e le informazioni fornite vengono trattate secondo la normativa vigente a tutela della riservatezza dei dati. In ogni caso, è possibile per gli alunni decidere anche di lasciare le risposte in bianco.
- Le prove Invalsi servono per valutare gli alunni?
Le prove Invalsi effettuano una misurazione, non una valutazione.
Si tratta di due cose diverse. La misurazione è l’acquisizione ordinata di dati e informazioni sugli apprendimenti degli alunni, mentre la valutazione è l’espressione di un giudizio su tali informazioni.
Le prove Invalsi misurano, mentre la valutazione è lasciata agli insegnanti e alle famiglie.
Gli esiti delle prove NON si possono usare per la valutazione (anche volendo, non sarebbe possibile perché sono anonimizzati)
Gli esiti dei prove forniscono agli insegnanti un quadro di riferimento globale sulla classe e sulla scuola, e sono utili per mettere in campo azioni di miglioramento qualora si siano evidenziate situazioni di difficoltà.
Gli esiti delle prove rappresentano uno strumento in più ma non sostituiscono la valutazione data dagli insegnanti.
Nel caso della III classe della scuola secondaria di primo grado ("le medie") le prove non sono più parte dell'esame di Stato ma il loro svolgimento è elemento obbligatorio per l'ammissione all'esame. Dall'a.s. 2017/2018 i risultati di tali prove non entreranno più nel calcolo del voto finale d'esame.
Le prove Invalsi servono per valutare il personale?
Assolutamente no.
Progressione di carriera, posizione stipendiale e status giuridico del personale sono slegati dallo svolgimento e dagli esiti delle prove Invalsi.
Le prove INVALSI stressano gli alunni?
Le prove INVALSI (a parte quella di terza media) non entrano nella valutazione finale degli alunni.
Non sono dei quiz mnemonici, ma delle prove di competenze, che sollecitano l’elaborazione personale di quanto appreso in vista della soluzione di un problema proposto.
Occorre ricordare che l’insorgenza di stress, in tutti i contesti e le situazioni della vita, dipende dal modo in cui la situazione viene vissuta e affrontata e, nel caso di bambini, dipende da come le situazioni vengono loro presentate dagli adulti.
Se l’adulto trasmette ansia o rifiuto nei confronti di un’esperienza, anche il bambino vivrà quell’esperienza con ansia o paura; se l’adulto trasmette un’idea positiva e costruttiva, il bambino vivrà quell’esperienza con tranquillità e serenità.